Chirurgia robotica

Chirurgia robotica

Aldrighetti team

La chirurgia resettiva del fegato ha di recente favorito l’approccio mini-invasivo a causa dei vantaggi per il paziente sia in termini di risultati intraoperatori sia di recupero postoperatorio. Basandosi sull’esperienza della chirurgia epatica laparoscopica, i chirurghi epatobiliari hanno recentemente iniziato a sviluppare programmi di chirurgia epatica robotica.

Infatti, la piattaforma robotica consente di superare alcune delle limitazioni sia della chirurgia a cielo aperto che di quella laparoscopica: man mano che la tecnologia si sviluppa e che l’esperienza cresce, si è creato lo spazio per incrementare il numero di resezioni robotiche del fegato così come la loro complessità.

Da Vinci

Il robot da Vinci è composto da tre componenti: una console per chirurgo, un carrello paziente a 4 bracci agganciato al tavolo operatorio e un carrello visivo. Gli strumenti robotici, che lavorano sul paziente manovrati dal chirurgo alla console, sono articolati in modo da consentire un maggior grado di movimento rispetto al polso umano.

La resezione epatica robotica supera molti dei problemi inerenti alla chirurgia laparoscopica, preservando i vantaggi della mini-invasività. I vantaggi per il chirurgo sono evidenti, ovvero operare in una posizione ergonomicamente comoda con una vista tridimensionale del campo operatorio che aiuta la percezione della profondità e di conseguenza la precisione del gesto chirurgico, favorendo passaggi in aree non facilmente accessibili con la laparoscopia e consentendo di controllare i sanguinamenti in modo più agevole.

Inoltre, l’uso di strumenti articolati che imitano la destrezza della mano umana consente una manipolazione precisa dei tessuti e la sutura in campi chirurgici ristretti ad angoli non possibili con strumenti rigidi.

La tecnologia Endowrist® facilita anche le linee di transezione curve durante la chirurgia epatica, consentendo di eseguire resezioni epatiche complesse ed eventualmente il confezionamento di anastomosi biliari ed enteriche in campi chirurgici ristretti.

Infine, la fluorescenza ICG può essere facilmente utilizzata in qualsiasi momento e può aiutare a identificare l’anatomia biliare e l’anatomia segmentaria epatica, rispettivamente per evitare lesioni sulle vie biliari e per condurre resezioni anatomiche.

Nonostante questi vantaggi, la chirurgia robotica ha ancora modesta penetrazione in ambito epatico a causa della necessità di concentrare diverse condizioni favorevoli in unica realtà: centro dedicato, esperienza in chirurgia open e laparoscopica, disponibilità e investimento di risorse nella piattaforma robotica, presenza di expertise robotico acquisito in altri ambiti di utilizzo (prevalentemente urologia), commitment del Centro alla innovazione tecnologica e analisi clinica scientifica.

Grazie alla presenza sinergica di questi elementi, il programma di chirurgia epatica robotica è realizzato stabilmente da inizio 2021 presso l’Unità di Chirurgia Epatobiliare dell’Ospedale San Raffaele di Milano con sedute operatorie appositamente dedicate per offrire a casistica di alta complessità la possibilità di intervento mini-invasivo, con i tutti i conseguenti benefici per il singolo paziente e la comunità. Questo progetto consente di eseguire circa 50-60 resezioni epatiche robotiche all’anno, ponendo l’Unità di Chirurgia Epatobiliare al primo posto in Italia e tra i primi al mondo per numero per volume di attività, completando le possibilità di chirurgia mini-invasiva del fegato.

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