Iperplasia Nodulare Focale (INF)

Iperplasia Nodulare Focale (INF)

Iperplasia Nodulare Focale

L’iperplasia Nodulare Focale (INF) è il secondo tumore benigno epatico per frequenza e si riscontra prevalentemente in donne di giovane età.

L’INF ha dimensioni di solito ridotte (<5 cm) e si sviluppa come una lesione nodulare solida all’interno di un fegato normale. Si presenta a carico dell’emifegato destro o sinistro con uguale frequenza. La lesione è caratterizzata dalla presenza di una cicatrice fibrosa (scar) centrale con dei setti radiali, ma in circa il 15% dei casi tale peculiarità non è riscontrabile.

Dal punto di vista istologico, l’INF contiene cordoni di epatociti normali divisi tra loro da setti fibrosi multipli che originano dalla scar centrale, all’interno della quale spesso è contenuto un vaso arterioso che si divide a raggiera in arteriole di dimensioni minori.

Iperplasia Nodulare Focale

L’eziologia, cioè la causa per la quale l’INF si sviluppa non è ben nota, ma la teoria più accreditata è quella che alla base di sia un’anomalia di sviluppo vascolare.

In passato sono stati citati come possibili fattori predisponenti gli ormoni sessuali femminili e l’utilizzo di contraccettivi orali, ma questa relazione è tuttora in discussione. 

La maggior parte dei pazienti con INF è asintomatica e la diagnosi della lesione avviene incidentalmente durante esami strumentali (ecografia, TC e RM) eseguiti per altri motivi. Occasionalmente la lesione può provocare un vago discomfort o dolore addominale o altri sintomi assolutamente aspecifici; inoltre, a parte alcuni casi sporadici, i test di funzionalità epatica sono nella norma e i livelli di a-fetoproteina (AFP) non sono alterati. 

Alla valutazione ecografica, l’INF appare come una lesione ben demarcata, omogenea, con una cicatrice central iperecogena (cioè più chiara).

L’utilizzo del mezzo di contrasto ecografico che consente di visualizzare la morfologia delle arterie della lesione aiuta nella diagnosi differenziale rispetto all’adenoma. Alla TC la cicatrice centrale diventa iperdensa nelle scansioni tardive e anche in RM le caratteristiche della scar e la mancanza di presa di contrasto della capsula consentono di distinguere l’INF da altre lesioni con enhancement arterioso (epatocarcinoma, adenoma). 

Grazie ai progressi in campo radiologico quindi, la maggior parte dei casi di INF può essere diagnosticata tramite le metodiche tradizionali (TC e RM) con ragionevole certezza. Maggiore difficoltà si riscontra nei casi in cui non è presente la tipica scar centrale e di conseguenza la diagnosi differenziale tra una lesione benigna e maligna (in particolare l’epatocarcinoma fibrolamellare) è complessa. In questi casi la diagnosi definitiva è acquisibile sono mediante l’esame istologico (cioè la valutazione microscopica delle caratteristiche della lesione) e talvolta è quindi necessario candidare il paziente a resezione chirurgica, anche perché la biopsia con ago sottile (cioè il prelievo con un ago di piccole quantità di tessuto) si rivela inadeguata. 

Come già anticipato in precedenza, l’INF è una lesione benigna e quindi la storia naturale (cioè l’evoluzione in assenza di trattamento chirurgico) è indolente.

I pazienti nella maggior parte dei casi rimangono sempre asintomatici; complicanze quali rottura, sanguinamento e necrosi all’interno della lesione sono molto rare. Inoltre non sono riportati casi di degenerazione maligna. 

L’ eventuale trattamento quindi dipende dalla certezza diagnostica e dalla sintomaticità. I pazienti asintomatici con lesioni con caratteristiche tipiche per INF non richiedono alcun trattamento. Al contrario, qualora ci sia un’incertezza diagnostica, può essere necessaria l’asportazione chirurgica per la conferma istologica. I pazienti che presentano sintomi persistenti per un periodo prolungato di tempo (e nei quali siano state escluse altre patologie alla base dei disturbi) o nei quali ci sia incremento dimensionale della lesione.

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